Cenni storici

BREVI CENNI STORICI – Tratto dal libro “TERRE NOSTRE” di Mons. Angelo Zavaglio e “TRA LA CITTA’ E IL PADULE” di Vittorio Dornetti

Ipotesi sul significato del nome
Una delle tre etimologie di Cremosano che, secondo Maria Verga Bandirali, presentano “spunti di veridicità”, riguarda la vicinanza del paese alla riva del Moso: il radicale “crem” infatti (forse prelatino) che sembra designare una costa o una riva, autorizzerebbe l’ipotesi che sulla riva del padule (il Moso appunto) ci fosse, già in origine, un insediamento. E del resto il rinvenimento di alcuni resti di palafitte sembrerebbe confermare questa opinione, offrendole quanto meno, una dignità scientifica. Su questa stessa linea si era mosso, del resto, lo Zavaglio, in un breve paragrafo del suo studio in cui discorre proprio del significato etimologico del toponimo “Cremosano”. Fra le tante proposte spicca quella risalente all’Amati e al Gelera, secondo i quali il nome verrebbe a significare “villaggio sul margine del Moso”. E nonostante lo Zavaglio prende garbatamente in giro questa spiegazione, non troppo dissimile suona quella che, alla fine, egli sembrerebbe accreditare:”Osserviamo invece che la radicale Crem, uguale a quella di Crema, nel linguaggio celtico dei primi abitatori significava luogo alto. Il nome supporrebbe così un’origine celtica dell’abitato. E finalmente un’ultima ipotesi, Cremosano potrebbe significare: zona del Moso di Crema o zona Cremosana; ma allora l’origine del villaggio dovrebbe essere riferita a tempi più riferita a tempi più recenti”. Comunque si voglia interpretare il toponimo, sembra tuttavia inevitabile convenire che la vicinanza al Moso appaia la caratteristica più evidente di Cremosano, qualunque ne sia stata l’antichità. L’essere prossimo a questo padule e l’aver avuto la possibilità di sfruttarlo dal punto di vista economico, spiegando, almeno entro certi limiti, le ragioni della nascita e dello sviluppo del paese.

I Benedettini e i Lateranensi
Cremosano deve tutto all’opera dei Benedettini che sin dal secolo XII vi condussero un’incessante e feconda opera di bonifica. Si tratta dei benemeriti monaci dell’Abbazia S. Benedetto di Crema. La prima menzione di Cremosano si trova in una Bolla di Callisto II, diretta da Piacenza, il 21 aprile 1120, ad Alberto Priori di S. Paolo d’Argon e ai suoi Monaci, sottoscritta dal Pontefice e da sette Cardinali. In essa il Pontefice fa l’enumerazione dei possessi di quel Cenobio e li conferma con la sua apostolica autorità, dichiarando di prenderli sotto la sua protezione. Fra gli altri menziona pure una “Capella Sanctae Mariae de Cremosiano cumomnibus ad praedictam Capellam pertinentibus”, la Chiesa cioè di S. Maria di Cremosano con tutte le possessioni che le appartengono. Dalle quali parole si apprende che il primitivo titolare di Cremosano non fu già, cine è ora, S. Maria Maddalena, ma la Vergine Madre di Dio. I Benedettini – dei quali è rimasto ricordo anche nel nome del cascinale San Benedetto – rimasero a Cremosano dal primo decennio del secolo XII alla metà del secolo XV, quando l’Abbazia di S. Benedetto in Crema, fu mutata in commenda e i monaci allontanati. Questo stato di cose durò poco più di 50 anni, perché il 24 giugno 1520, al posto dei Benedettini, furono chiamati i Canonici Regolari Lateranensi, i quali non ebbero certamente a svolgere in quella terra l’opera di bonifica e di coltura cui si dedicarono con perizia tecnica i Benedettini, ma continuarono quell’opera di educazione morale e spirituale che è l’elemento indispensabile per l’elevazione anche materiale del popolo.

Note religiose
La “Cappella” di S. Maria, citata nel documento pontificio, dà indizio di buona antichità. La venerazione della Vergine S.S. col semplice titolo di Santa Maria secondo uno studio del P. Veermersch, era caratteristica dei secoli V e VI e la solennità principale era l’Assunzione. L’antica chiesa benedettina che sorge isolata all’ingresso del paese è appunto dedicata alla Vergine e per tradizione antichissima vi si fanno funzioni religiose la vigilia dell’Assunta. Questa è dunque l’antica chiesetta benedettina di S. Maria, trasformata e forse anche ricostruita totalmente lungo i secoli, ma che riporta certamente a quella del secolo XII, la quale a sua volta doveva risalire a tempi ben più remoti. Può darsi che fosse anche titolare della parrocchia, giacchè nei documenti antichi non si trova accenno di altra chiesa: successivamente però, in epoca imprecisabile, sorse quella dedicata a Santa Maria Maddalena. Essa ancora oggi ritiene parti antiche del secolo XVI (presbiterio e abside), con medaglioni affrescati, si dice, dal Barbelli e incorniciati da stucchi: la navata fu trasformata dai lateranensi nel 1753 e poi ridotta a tre navate in un successivo rifacimento nel 1896. Cremosano è uno, se non l’unico, dei comuni cremaschi dotato di una considerevole proprietà fondiaria (500 pertiche) già di pertinenza, se non erriamo, delle Domenicane del Convento di Santa Maria Matris Domini di Crema, soppresso nel 1810: proprietà che nel 1583 raggiungeva l’estensione di 661 pertiche. Il villaggio ha una popolazione poco inferiore alle mille anime, con un estimo complessivo di 581 ettari (7560 pertiche); l’altitudine è di 83 metri.